Dichiarazioni sul PREMIO MARGHERITA HACK 2015

Margherita amava i gatti ed era vegetariana, questo me la rende subito simpatica! Il titolo del suo libro Nove vite come i gatti potrebbe essere adatto alla mia biografia. Che donna stupenda, curiosa dei misteri dell’Universo. Io l’ammiro e la rispetto tantissimo. E come lei, sono convinta che siamo figli delle stelle...

Amanda Lear

 

 

Aveva un’energia così grande, Margherita, che rileggere i suoi scritti oggi significa sentirsi spronati, ritemprati, carichi dello stesso entusiasmo del medesimo umorismo sottile. Ho sempre creduto nell’emulazione come strumento di salvezza e di educazione: se i giovani approfondissero la sua vita attraverso i suoi scritti troverebbero facilmente il modo per dare senso ai progetti per il futuro e allo studio a scuola. E non avrebbero dubbi: si vince, cioè si realizza in pieno ciò che si è, inserendosi nel mondo con un atteggiamento di uguaglianza, tolleranza e pace. Credo che uno dei messaggi più importanti di Margherita Hack, insieme all’amore per la divulgazione astronomica, sia questo: la mente è una risorsa enorme e deve essere libera per reagire ai soprusi e riscattarsi da un’ignoranza pericolosa per noi e per le generazioni future, e solo la scienza è il vero segreto. Studiare, accrescere la propria cultura significa diventare liberi e agire la pace, non solo descriverla a parole.

Umberto Veronesi

 

 

Lo straordinario percorso di carriera professionale compiuto da Margherita Hack l’ha resa, agli occhi dell’opinione pubblica mondiale oltre che degli addetti di settore, una figura autorevole di fama internazionale meritatamente riconosciuta.
Attraverso i suoi studi approfonditi e le lungimiranti ricerche ha contribuito a incastonare dei preziosi tasselli nel variegato mosaico delle conoscenze in materia e ha fornito un supporto ben concreto e tangibile alle nuove generazioni di studiosi del campo, che la considerano un esempio a modello di maestra illuminata e mentore insostituibile e indimenticabile.

Ha dimostrato parimenti di essere straordinaria anche nella vita privata e sentimentale: sposata con Aldo per 70 anni, dichiaratamente cattolico mentre lei si professava fervidamente atea, conosciuto quando lui aveva 13 anni e lei 11. Rammento le significative parole pronunciate durante una delle sue ultime interviste rilasciate a La vita in diretta, in cui, quando le venne chiesto come aveva vissuto l’amore, rispose: «Amore è l’affetto per l’altro, il sentirsi uno in due».

È vivo nella memoria e resterà sempre indelebile il ricordo della “signora” che faceva brillare e accendeva le stelle del firmamento, eccellente e carismatica divulgatrice, che ha saputo disegnare la mappa dell’universo usando i raggi ultravioletti. Ce la immaginiamo lassù, accolta tra quelle stelle da lei tanto amate e che ha fatto imparare ad amare a tutti noi.

Don Antonio Mazzi

 

 

 

Ricordo Margherita Hack come una mente libera e particolarmente originale, senza schemi predefiniti, intelligente e in grado di dare risposte precise e pertinenti.
Rammento l’episodio-aneddoto della finta telefonata fatta in forma di scherzo divertente all’Avvocato Valerio Onida, che a suo tempo era Presidente della Corte Costituzionale, da un imitatore della Hack, il quale con voce abilmente contraffatta si è fatto scambiare per lei. Onida nella situazione ironica e goliardica ben congegnata, è caduto per così dire nella rete del falsario, fornendo risposte e opinioni riservate. Non aveva mai conosciuto la Hack e parlato con lei prima di allora, ma in quel frangente non si è comunque stupito della telefonata inaspettata. Questo dimostra in chiave assai significativa, la considerazione generale sulla Hack, inquadrata come persona curiosa, dall’immagine pubblica e dalla reputazione di chi può approcciarsi con curiosità a qualunque livello e quindi non deve meravigliare neanche una telefonata inattesa fatta a una persona mai conosciuta prima.

La Hack era curiosa di tutto quanto circostante, anche lontano dai suoi interessi disciplinari di studio e di ricerca sulla materia. Riusciva a muovere e spostare il pensiero in una visione più ampia e allargata, in cui fare convergere certezze e dubbi. Nel mio caso specifico, pur non avendo con lei ragioni e motivi precisi di rapporto, ho trovato nella causa a sostegno dei colibrì una situazione di dolcezza umana e un’affinità ed empatia di pensiero, che ci hanno in qualche modo avvicinato in virtù di quell’occasione.

Lo spirito libero della Hack si è espresso nelle battute così come nelle analisi scandagliate, compiute dalla profondità di spessore professionale. La dimensione di libertà è stata utile per accentuarne la dimensione umana, seppur nella natura imprevedibile delle sue posizioni, l’apertura verso il mondo e verso l’uomo. Citando la frase di Terenzio, che tradotta dice: «Niente, che appartenga all’uomo ritengo mi sia alieno», si può trovare un parallelo di confronto con l’operato della Hack.
Io posso affermare di avere fatto tante esperienze, ma lei ancora di più, come poi tutti quelli appartenenti alla sua generazione, da considerare vastamente umanista.
Pur dichiarandosi fermamente e convintamente atea ha saputo conquistare la benevolenza, la stima e il rispetto anche da parte dei credenti, perché si è mostrata “naturalmente atea” e sostenitrice di un pensiero, che non voleva osteggiare e contrariare nessuno. Una forma di Ateismo tollerante e disponibile a pareri diversi, senza trincerarsi dietro pregiudizi ideologici e superstizioni.

Vittorio Sgarbi

 

 

 

Ho tanti ricordi di Margherita Hack. Ne citerò due. Il primo si riferisce al suo Ateismo l’altro alla lotta per una Scienza senza segreti e senza frontiere.

L’Arcivescovo di Siena, Monsignor Gaetano Bonicelli, aveva deciso di dar vita a una serie di incontri tra scienziati, uno credente e l’altro ateo. La serie veniva aperta da Hack e Zichichi. La Chiesa Universitaria era stracolma. Attacca la Professoressa Margherita Hack e spiega i motivi per cui Lei non poteva credere in Dio. Nel mio intervento spiego i motivi per cui io credevo (e credo) in Dio. Il messaggio che viene dalla Scienza – dicevo e dico – è che esiste una logica rigorosa alla quale deve obbedire il mondo, dall’Universo Subnucleare, all’Universo fatto con Stelle e Galassie. La Professoressa Hack lavora studiando l’Universo fatto con Stelle e Galassie. Io lavoro invece studiando l’Universo Subnucleare, le cui leggi e regolarità sono necessarie per capire cos’è una Stella. E infatti il mistero del Sole ha resistito fino a quando – a metà degli anni Quaranta del secolo scorso – è stato capito cos’è una Stella.

Se l’Universo Subnucleare non fosse retto da una Logica Rigorosa io sarei disoccupato. Non saprei cosa fare domani. Né avrei mai potuto far niente nella mia carriera di fisico impegnato a decifrare la Logica scritta nel Libro della Natura. Se c’è una Logica deve esserci un Autore. Ecco perché io credo in Colui che ha fatto il Mondo. L’Ateismo nega l’esistenza dell’Autore. Negare l’esistenza di questa Logica corrisponde a negare l’esistenza della Scienza. L’Ateismo non sa dimostrare che è possibile l’esistenza di una Logica senza che ci sia Colui che di questa Logica è l’Autore. Ecco perché io dico che l’Ateismo non è Atto di Ragione ma di Fede nel Nulla. A questo punto Margherita chiede il microfono all’Arcivescovo e dice: «Sono d’accordo con ciò che ha detto il Professore Zichichi. Io, Margherita Hack, preferisco l’Atto di Fede nel Nulla all’Atto di Ragione che mi porterebbe a credere in Dio». In molte occasioni ho citato come esempio di onestà intellettuale questa affermazione di Margherita Hack. Iddio solo sa quanto ci sia oggi bisogno di onestà intellettuale.

E adesso il secondo ricordo.
Quello che sta accadendo nel mondo ci dice che viviamo col pericolo che si ritorni ai tempi della Guerra Fredda. A metà degli anni Ottanta, avvenne a Ginevra un evento senza precedenti. Reagan e Gorbachev si impegnavano a smantellare i laboratori segreti. I capi delle due superpotenze avevano tradotto in un’azione concreta quanto sostenuto nel Manifesto di Erice: l’Utopia di una Scienza senza segreti e senza frontiere diventava realtà.

Margherita Hack mi telefonò per esprimere il suo entusiasmo essendo sempre stata con noi nel sostenere che bisogna distinguere nettamente la Scienza dalla Tecnica. Noi scienziati abbiamo la responsabilità delle scoperte scientifiche. La responsabilità di privilegiare le invenzioni tecnologiche pericolose per la vita e il rispetto dei valori su cui si fonda una società libera, democratica e civile, è del potere politico ed economico. Affinché le scoperte scientifiche possano essere interamente dedicate al benessere e al progresso civile e sociale è necessario che l’Utopia della Scienza senza segreti e senza frontiere diventi realtà, smantellando i laboratori che lavorano in gran segreto.

Margherita Hack è un esempio di onestà intellettuale e di forte impegno per la più civile delle battaglie culturali: Scienza senza segreti né frontiere.

Antonino Zichichi

 

 

 

In Margherita Hack coesistevano due aspetti salienti, che di solito non si trovano nelle persone comuni: era una grande scienziata e anche un’astrofisica, perché ha studiato il cielo, il posto degli Dèi, luogo misterioso per antonomasia, dove le stelle fissano il destino degli uomini sulla Terra.

Ricordando un’antica leggenda, si dice che Maometto fosse salito su una scala di seta per andare verso il cielo. Dopo Copernico il cielo è diventato infinito e dopo Einstein è diventato addirittura troppo lontano e impenetrabile, ma ha comunque conservato in sé il concetto di Assoluto, di luogo più vicino a Dio.
La Hack sulla Terra, con la sua semplicità terrestre e concretezza umana è riuscita a rimanere vicina alle cose umane e al contempo all’Assoluto.

Le sue principali caratteristiche distintive erano la grande chiarezza, la semplicità spontanea, la limpidezza e la trasparenza, in confronto a tanti, che invece vogliono nascondersi. Ha fornito una lucida affermazione di tutto ciò che è tipico della scienza con particolare candore, che ha trasferito poi nelle relazioni umane, nei rapporti instaurati con il cuore, senza schemi di costrizione, senza volontà di potenza e prevaricazione verso gli altri.

Possedeva chiarezza intellettuale e culturale, il senso della giustizia, della comprensione, della tolleranza, la sincerità e trasparenza d’animo, che la facevano sentire vicino e la rendevano piacevole a tutti.

La scienza, grazie a lei, ha acquisito un carattere di onestà, di verità, di comprensione, di dimensione umana. Ha lasciato fuori quel senso di volontà di dominio sulla materia oscura e misteriosa del cielo, con la sua apertura di cuore e di mente verso gli altri e ha reso il mondo più limpido, più pulito. Si è saputa mettere al servizio degli altri per il bene comune, per il bene universale di tutti.

Francesco Alberoni

 

 

Sarà Palazzo Leti Sansi, prestigiosa sede spoletina, la location che ospiterà in data 28 giugno 2015, la seconda edizione del Premio Margherita Hack. Ho deciso di istituire questo premio in memoria di una scienziata eccellente, una donna davvero unica e speciale con la quale ho avuto l’onore e la gioia di poter instaurare, nel tempo, un affettuoso e sincero rapporto d’amicizia e con la quale ho collaborato per la realizzazione di tante iniziative di rilievo.
La giuria di qualità del premio è composta da un gruppo di personalità importanti: dal presidente Francesco Alberoni a Vittorio Sgarbi ad Antonino Zichichi, da Ezio Mauro ad Amanda Lear. Abbiamo individuato delle categorie di premiazione per particolari meriti personali o professionali. Nell’occasione, verranno insigniti del riconoscimento nomi noti e conosciuti, appartenenti a vari ambiti e settori, in cui si sono maggiormente distinti.

Qualunque parola per descrivere questa straordinaria donna potrebbe sembrare riduttiva. Mi vengono però in mente alcune delle sue frasi, che ritengo possano delinearne al meglio il pensiero, il modo di agire e lo stile di vita. Margherita diceva: «Credo nella solidarietá tra gli esseri viventi, non credo in Dio, ma ammiro chi si pone come un umile credente, sempre in ricerca e stimo i preti e i sacerdoti, che sono al servizio dell’uomo e della comunitá. Io credo nell’etica, nel rispetto, nell’uomo, nella scienza e nella materia. Io credo in un dio umano, nella condivisione, nell’onestá, nell’amore, nella non violenza attiva. Io credo nella libertá e nella giustizia. La mia filosofia si riassume nel non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te e nell’amare il prossimo tuo come te stesso, che è un principio che vale per tutti, atei e credenti, perchè l’etica nasce dalla coscienza, non dalla religione. Quindi, mi sento il dovere etico di andare incontro a chi è più debole e più povero, più sofferente. Bisogna muoversi per la conoscenza, per l’etica e per il rispetto per il prossimo».

Questo premio, da me ideato e organizzato, vuole essere un simbolico ringraziamento a Margherita per tutto ciò che la sua sincera amicizia mi ha regalato e per il tesoro inestimabile di sapere e di conoscenza, che ha “lasciato in ereditá” a tutti quanti noi e alle generazioni future. Margherita è e sará sempre la “signora delle stelle”. Me la voglio immaginare sorridente e immersa nella scia della luce radiosa dell’Universo cosmico e dello spazio interplanetario, che ha studiato con tanta passione e dedizione. Accanto a lei il suo adorato marito Aldo, compagno fedele e devoto di una vita.

Salvo Nugnes

 

 

 

 

 

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